sabato 25 aprile 2009

Il Coefficente di Restituzione (COR) 1° Puntata

Oggi vogliamo addentrarci in un'argomento un pò spinoso e non proprio di facile comprensione.
Quindi, Marco Inga smettila di leggere.
Tanto non ci capiresti niente :D
Dato che l'argomento è abbastanza ampio (ed io non ho molto tempo a disposizione!) dividerò la stesura e la pubblicazione in 3 differenti puntate.

Il Coefficente di Restituzione

Chi, tra gli appassionati di bowling dell'epoca Internet, non ha passato ore attaccato a YouTube a guardare interi tornei PBA ammirando le prodezze dei propri beniamini nell'Olimpo del Bowling?
Ecco, a noi non interessa quello che avete visto quanto più quello che avete sentito!!

Vi sarà sicuramente capitato di sentire i commentatori urlare frasi come: "WHAT A PIN ACTION!" oppure, "GOOD CARRY" o "WHAT A PIN CARRY"!

Oppure ancora, vi è mai capitato di provare una determinata boccia e dire (o sentir dire) "Questa boccia ha un'impatto sui birilli devastante!"
Per quale motivo a volte ci sono i cosiddetti "Piccioni" (Messenger in inglese), a volte no?

Vediamo un pò di capirci qualcosa...

Haimè, parliamo ancora una volta di FISICA.
Nel particolare di leggi di conservazione dell'Energia Cinetica.

Banalizzando all'estremo, quando una boccia da bowling incontra i birilli, non è altro che la collisione tra due masse (ummhhh... 11 masse se contiamo tutti i birilli ;-).
La caratteristica particolare di queste due masse però è la seguente.

La Massa che chiameremo M1, la nostra boccia da bowling, ha: un certo peso, una certa velocità e (come abbiamo imparato nello scorso post) un certo quantitativo di RPM.

La Massa che chiameremo M2. Per comodità assimiliamo ad un'unico oggetto l'intero Pin Set (i nostri amici 10 birilli!). Strano a dirsi, anche i Birilli hanno una velocità=Zero, anche loro hanno una massa, che nel caso del singolo birillo è sicuramente inferiore a quella della boccia.

Tutto questo enorme preambolo, per fare un semplice esempio.
Immaginate di dover fermare una pallina da Ping Pong che viaggi a 25Km/h. Semplce no ? Una racchetta ed il gioco e fatto, la pallina rimbalzerà contro la racchetta!
Provate ora a fermare una Boccia da bowling che viaggia a 25Km/h con la stessa racchetta.

...bene, quando tornate dall'ospedale continuate a leggere ;-)

Questo per via del cosidetto Momento.
Il Momento è la capacità di un corpo di mantenere il proprio stato di moto, che a sua volta dipende da due fattori. Massa e Velocità.

Momento = Massa x Velocità

Quando M1 collide con M2 avviente un trasferimento di Energia.
Nel caso della pallina da Ping Pong parte dell'energia viene ceduta alla racchetta, parte viene conservata e riutilizzata con segno negativo per far viaggiare la pallina in senso opposto alla racchetta dopo l'impatto.
Nel caso della Boccia da Bowling il moto prosegue in avanti (Momento) cedendo parte della sua Energia a M2 (i Birilli).


to be continued....

venerdì 17 aprile 2009

Rivoluzione...

...non Francese tranquilli!

Qua non si parla di storia, ma di Rivoluzioni intese come RPM (Round Per Minute).
Tradotto in soldoni, si tratta del numero di rivoluzioni della vostra boccia lungo il traggitto in pista verso i birilli.

Iniziamo con lo sfatare un mito : NON E' FONDAMENTALE AVERE TANTE RIVOLUZIONI PER FARE STRIKE!
Ci sono veramente decine e decine di esempi di Bowlers a livello mondiale che hanno ottenuto risultati in ambito professionistico (PBA, ETBF, etc...) che non hanno un gran numero di rivoluzioni.

Una cosa che invece pare molto importante è il corretto rapporto tra le Rivoluzioni e la Velocità della palla.

Parlando in termini spicci: provate ad immaginare che reazione avrebbe una boccia con 540RPM tirata a 15Km/h.
Beh, molto probabilmente non arriverebbe a prendere neanche il birillo n°7 (o il birillo 10° per i mancini) e sarebbe già un gran risultato.
L'alto livello di frizione della palla sulla pista genererebbe un 'over hooking' rendendo impossibile, o comunque molto difficile, centrare la tasca (Pocket=Tra il birillo 1 ed il birillo 3).
Viceversa, fate lo stesso esercizio pensando ad una boccia con 180RPM che viaggi a 30Km/h. E' facile immaginare che avrà una traiettoria quasi lineare.

Perchè accade questo?
Tornando al post di ieri : FISICA !
Il lavoro che compie la palla su di una pista da bowling prende in considerazione principalmente due forze che scendono in campo.
Una forza è quella che spinge la Boccia in senso VERTICALE rispetto alla pista in direzione dei birilli , un'altra forza è quella delle rivoluzioni che tende a spingere la boccia in senso ORIZZONTALE nella direzione dei canali.
Queste due forze devono confrontarsi con un'altra variabile:
Il Condizionamento della Pista.

Durante il traggitto della palla nei primi metri della pista, questa incontra un certo quantitativo di olio che gli permette un certo scivolamento in avanti (Skid). Contestualmente le rivoluzioni applicate, non riescono a contrastare questa forza verticale perchè viene a mancare la frizione necessaria a causa dell'Olio.
Inizia a generarsi così un certo quantitativo di energia cinetica che la boccia accumula durante questo tragitto.

Man mano che la boccia corre lungo la pista, che varia ovviamente a seconda del lane pattern che troviamo, la quantità (e la distribuzione) di olio presente comincia a diminuire, sino a sparire quasi del tutto verso la parte finale della pista. L'energia cinetica accumulata comincierà man mano che termina l'olio ad essere restituita in pista contrastando la forza verticale con quella orizzontale, generando così un rotolamento della boccia verso i birilli (Roll).
Questo genera il famoso 'Gancio' (hook) che dovrebbe permettere, se ben eseguito ed indirizzato, di colpire i birilli nella tasca con un angolo d'ingresso che favorisca una maggior quantità di Strike.

Per una descrizione più dettagliata le componenti sarebbero davvero tante, Axis Tilt, Axis Rotation, Distribuzione dei pesi della boccia, Finitura Coverstock, Lane Pattern, Angoli di gioco, Coefficente di Restituzione, ecc...
Per adesso ci limiteremo a prendere in considerazione queste due forze lasciando a futuri post gli approfondimenti.

Fatta questa piccola premessa, vediamo come ognuno di noi può calcolare i propri RPM !

Cosa vi serve:

1) Telecamera almeno 30fps
2) Conoscere la posizione del vostro PAP
3) Un Pezzo di tape che contrasti con il colore della boccia che utilizzerete
4) Un'amico volenteroso o un treppiedi
5) Un computer con un qualsiasi tool di video editing (ce ne sono a tonnellate gratuiti, scrivetemi se non sapete quale utilizzare)
6) Ah... una pista da Bowling ;-)


Cominciamo dal Setup della Boccia.
Prendete il pezzo di Tape e posizionatene un'estremità sul vostro PAP (chiedete al vostro Pro-Shop se non ne conoscete l'ubicazione o non sapete calcolarla).
L'altra estremità andrà posizionata in direzione dei vostri Fingers.


Posizionate la telecamera o l'amico direttamente dietro l'approach della pista, in modo che riesca ad inquadrare bene la fase di rilascio della boccia.
Fate qualche tentativo prima in modo da riuscire a trovare il giusto posizionamento della telecamera ed il giusto quantitativo di zoom da utilizzare (se necessario).

A questo punto il gioco è semplice.
Tirate!
Fate più di una ripresa in modo da poter avere un discreto numero di campioni da analizzare quando scaricherete i video sul vostro PC.

Quello che dovrete fare in fase di Editing è il seguente:
Posizionate il video sino al punto in cui rilasciate la boccia.
Da quel punto in poi, contate quante volte il nastro compie un giro completo della boccia PER 10 FRAME DEL VIDEO (prendiamo per assunto che stiate utilizzando una telecamera 'amatoriale' che registri a 30FPS -Frame Per Second-).
Moltiplicate semplicemente il numero di giri della vostra boccia per 180 ed otterrete il numero di RPM.

Es.
Dal momento in cui la boccia lascia la mano, per 10 frame (avanzando step-by-step con il video editing) il vostro conteggio è arrivato a 1,5 (nel caso in cui abbia compiuto mezzo giro o frazioni di giro).
Il numero di RPM sarà 1.5x180= 270.

Vediamo anche di sviscerare questo arcano calcolo, in modo da poterlo applicare anche con telecamere differenti e/o con metodologie differenti.
Voi state cercando di calcolare quanti GIRI PER MINUTO ha la vostra boccia.
Un minuto è composto da 60 secondi, la telecamera in oggetto registra 30 FRAME al secondo.
Prendendo solo i primi 10 frame, voi avrete un campione di 0.33 centesimi di secondo, che corrisponde ad 1/3 di secondo.
Per avere il campione sul Minuto bisognerà moltiplicare questo valore per 3 (3/3 fanno 1 intero... ;-) e successivamente per 60 (60 secondi fanno un minuto ;-).
Guarda un pò... 3*60=180 !!
Se avete voglia di prendere un campione più lungo, basterà modificare questi valori.
Se per esempio vorrete contare per 30 frame (1 Secondo) il risultato andrà moltiplicato solo per 60.


C'e' anche da dire una cosa: il valore REALE, andrebbe conteggiato per TUTTA LA LUNGHEZZA DELLA PISTA e non solo nella prima parte ! :-)
Convenzionalmente e per comodità però si considera l'uscita della boccia dalla mano.
Allego una piccola tabella che ho stilato con numero di rivoluzioni in 10frame ed il corrispondente RPM per facilitarvi il compito.



Buon gioco a tutti!

Alessandro

giovedì 16 aprile 2009

Occhio all'Autovelox !!


Ciao a tutti!

Vi propongo oggi un interessante schema molto utile per calcolare la reale velocità della boccia in pista.


Quante volte vi sarà capitato di cambiare di centro bowling in centro bowling e trovare discrepanze di diversi km/h nel vostro primo tiro ?
Personalmente la velocità della mia palla nel primo tiro è tra i 27.5 ed i 28.5.
Beh, sono stato in centri bowling dove il primo tiro sovente mi segnalava oltre i 30Km/h mentre in altri la velocità non superava i 25 km/h!
Ora, se uno è cosciente della propria esecuzione, nonchè della tolleranza nella rilevazione della velocità nei centri bowling, il problema non si pone.
Viceversa potrebbero iniziare a sorgere problemi/dubbi del tipo :

“ Ma stò tirando troppo forte/piano? “
“ Forse stò spingendo/tenendo la palla? “
“ Sarà perchè non tiro alla mia solita velocità che non faccio Strike?”

Bene, qualora iniziassero a sorgervi questi dubbi non dovete far altro che chiedere il favore ad un amico in pista o che vi è venuto a guardare, di munirsi di un cronometro (ormai tutti i cellulari ne hanno uno) e di prendervi il tempo esatto che impiega la vostra palla, dalla linea di fallo sino all'impatto con i birilli.
A questo punto non vi resterà che applicare il seguente schema :



Nel caso in cui il tempo rilevato non rientri in nessuno di questi dati, niente paura!
Lo schema è dato dal semplice calcolo fisico che v=s/t espresso ovviamente in m/s. Bisognerà solamente convertirlo in km/h.

Andiamo con un po’ di formulette!

Ipotizziamo ad esempio che il tempo rilevato sia 3 Secondi.
Il tempo che rileviamo è appunto in secondi, mentre a noi interessa il tempo in ore per convertire la velocità in Km/h.
Un'ora sono 3.600 secondi, per cui 3 secondi sono 3/3600= 0.000833 ore !
La costante è la lunghezza della pista che è 18,3 mt ma anche questa ci toccherà convertirla in Km!
La lunghezza della pista in Km è 18.3/1000= 0.0183
Adesso siamo pronti per applicare la nostra formuletta per calcolare la velocità v=s/t

V = 0.0183/0.000833 = 21.9Km/h

Buon gioco a tutti!

Alessandro

mercoledì 15 aprile 2009

Hello World !


Benvenuti!

Ho scelto come titolo di questo primo post la più conosciuta frase in ambito di programmazione che si conosca nella storia proprio per rimarcare l'inizio!

Così come il mondo dell'Informatica, anche il mondo del Bowling è in costante aggiornamento ed evoluzione.
Tecniche, Materiali, Mental Game... tutti concetti che, se avrete la voglia e la pazienza di leggere, cercheremo di affrontare insieme!

Mi piacerebbe iniziare con qualche cenno storico relativamente al Bowling, perchè è sempre dalla storia che si impara ed è quella che mette le basi, per poi dare qualche cenno di base in modo che anche chi si "approccia" per la prima volta a questo meraviglioso Sport, sappia di cosa stiamo parlando!

Quanto segue, è tratto dal sito dell'amico RedPin (http://guide.supereva.it/bowling).
Buona Lettura!
Ale


Il Bowling

Provate a gironzolare per un centro bowling ai giorni nostri - magari con un paio di borse di nylon per due palle sulle vostre spalle - guardate l’equipaggiamento lucido e moderno, le piste con la loro liscia simmetria, ascoltate lo sbattere
smorzato della macchina che raccoglie i birilli, guardate il meccanismo computerizzato per i punteggi e potrete indovinare come il primo sport registrato nella storia dell’umanità, un gioco apparentemente rozzo, sia evoluto fino a come lo conosciamo ai giorni nostri.
Che differenza possono fare 7000 anni.
Dopotutto, alcune tracce di egizi che praticavano un gioco simile al bowling, risalgono al 5200 a.C.
La storia del bowling è affascinante, associata com’è a tradizioni religiose, alla nascita e alla caduta degli imperi e alle abitudini nel tempo libero della nobiltà e della plebe. Per esempio prima del V secolo, i tedeschi tenevano annualmente una cerimonia spirituale nella quale un bastone, dalla forma di un birillo - noto come kegel - era posto in piedi, e ognuno cercava di buttarlo giù facendogli rotolare contro una pietra rotonda. Chi riusciva a farlo cadere era purificato dai suoi peccati, dal sacerdote che teneva la cerimonia. Col tempo la pietra diventò una sfera, aumentò di misura e fu fatta di legno. Ci fu anche una grande variazione nel numero e nel tipo di birilli usati, sebbene Martin Lutero, nel XVI secolo, arrivò alla conclusione che 9 era il numero ideale. Da scritti e biografie è evidente che Lutero era attratto dal gioco, e costruì persino una pista da bowling per sé e la sua famiglia. In Inghilterra, il bowling rimase popolare nonostante un editto del 1511 emanato dal re Enrico VIII il quale recitava che “…il bowling ha cessato di essere uno sport, ed è piuttosto una forma di gioco d’azzardo vizioso”. Il bando, sebbene non rescisso fino al 1845, ebbe poco effetto; la maggior parte dei successori di Enrico continuarono a giocare. Sir Francis Drake era un altro entusiasta che, come vuole la leggenda, rimandò un attacco contro la Grande Armada spagnola finché non terminò di giocare a bowling. Il gioco inglese del bowling e la versione olandese dei birilli furono portati in America con la colonizzazione. Ogni gioco venne aggiornato al suo ingresso nel Nuovo Mondo. L’esploratore William Penn, per esempio, era un giocatore non proprio eccelso che propose un cambio nelle regole dei punteggi. Nel 1673 scrisse in merito al buttar giù “…più birilli col primo colpo… tuttavia il mio punteggio era minore (del mio avversario)”. Per meglio compensare il suo talento propose questa revisione del punteggio: “Un test sicuro sarebbe di sommare i birilli abbattuti e dividerli per il lancio delle bocce”.
Forse Washington Irving dovrebbe essere riconosciuto come il primo “press-agent” del bowling. Il suo libro Rip Van Winkle, scritto nei primi dell’Ottocento racconta del suo eroe che dormiva da molto tempo e fu svegliato dal rumore delle palle da bowling e dai birilli abbattuti, che echeggiavano per le colline.

A metà degli anni Trenta del secolo scorso il gioco dei birilli era fiorente. Lo scommettere divenne pratica così diffusa che nel 1841 lo stato del Connecticut promulgò una legge che bandiva il gioco dei 9 birilli. A prescindere da come fu introdotto il decimo birillo, questa versione divenne popolare dopo la guerra civile americana. Le piste al chiuso vennero introdotte in club privati e nelle case dei benestanti di New York e all’Ovest; ma il gioco raggiunse anche un
pubblico più ampio, per la sua popolarità tra tedeschi immigrati di recente. Tuttavia la mancanza di regole standardizzate e di equipaggiamento soffocarono la crescita potenziale del gioco.
Nel 1875, alcuni rappresentanti di club di bowling si riunirono a New York per formare l’Associazione Nazionale Bowling, il primo tentativo di creare un po’ di uniformità. Sebbene parte della loro legislazione sia ancora in uso in forma modificata, il gruppo non poté estendere la sua influenza ed ebbe problemi a rafforzare le sue regole entro i suoi ranghi. Così, la sua esistenza ebbe vita breve. L’Unione Americana Amatori Bowling fu creata nel 1892, ma si basava sul tentativo di eliminare premi in denaro dai tornei, ed era condannata sul nascere. Comunque, l’organizzazione contribuì in maniera importante allo sviluppo del bowling moderno, riconoscendo un lancio di due bocce per ogni sistema di tiro invece dei tre colpi precedentemente accettati. Il “gioco di 20 bocce” dopo questo, divenne la forma
prevalente. Erano maturate le condizioni per una solida organizzazione. A questo scopo si tennero incontri preliminari tra i responsabili del gioco del bowling dell’area di New York, dai quali nasce, il 9 settembre 1895 alla Beethoven Hall, l’American Bowling Congress. Uno dei primi problemi da risolvere era la natura del sistema di punteggio. Il sistema a due bocce era stato stabilito, ma alcuni sostenevano una procedura di punteggio che assegnava 20 punti per uno strike, rendendo così 200 il punteggio massimo basato su un gioco di 10 strike. Un sistema cumulativo di punteggio addizionale che rendeva 300 il punteggio basato su 12 strike consecutivi, fu poi prevalente e adottato dalla nuova organizzazione. È lo standard accettato fino a oggi.
La terminologia originaria proponeva la parola “points” per identificare il punteggio. Questa divenne presto obsoleta poiché i giocatori insistevano a riferirsi ai punteggi in termini di “birilli” iniziando così una tradizione che rimane fino ai giorni nostri. Ci fu un altro problema da risolvere durante il primo anno dell’A.B.C., riguardante la spaziatura tra i birilli. Un gruppo sosteneva una spaziatura di 11 pollici e mezzo, altri di 12. Il nuovo organismo stabilì un piano di 12 pollici, concludendo che in tal modo si sarebbe reso il gioco più difficile. Questa decisione si è imposta con il tempo.
La nuova organizzazione si stava allargando ad altri centri, ma nel 1899 un gruppo di leghe di Chicago si riunirono per formare un proprio gruppo, l’Associazione Bowling dell’Illinois. Sembrava dovesse scatenarsi una lotta tra Est e Ovest. Ma questo non avvenne perché l’A.B.I. adottò le regole del congresso di N.Y. e cercò di governare solo la propria regione entro la cornice dell’A.B.C. Questo fu l’inizio della struttura ad associazioni locali dell’A.B.C. Il primo torneo dell’A.B.C. si tenne a Chicago nel 1901 con 41 squadre partecipanti e della durata di 4 giorni. Ci furono singoli e doppi, e fasi che li comprendevano entrambi. È significativo notare che la formula squadra/doppi/singoli è il formato inerente e intrinseco per competizioni e tornei. Permette al più naturale tipo di incontro di bowling - il gioco di squadra - di dividere e coesistere con il concetto di competizione individuale. Questa commistione ha contribuito all’unicità e alla prosperità dello sport in questo secolo. Con l’A.B.C. che ha posto le fondamenta, il bowling si è mosso verso una crescita apparentemente illimitata. I produttori di macchinari ed equipaggiamento entrarono nel settore, contribuendo con miglioramenti tecnologici, e promovendo sempre più la crescita dello sport.

Alla svolta del secolo il bowling era più che altro un passatempo maschile, sebbene gli scritti e le fotografie degli anni 1880 narrano di un breve periodo, quando i club di bowling divennero molto in voga tra le donne di elevato livello sociale. Ma il successo dell’A.B.C. inaugurò il diffondersi della popolarità del bowling, aprendo le porte alla partecipazione del sesso debole, sebbene dapprima in maniera minima. La formazione del Women International Bowling Congress trae le sue radici dal pensiero lungimirante di Dennis J. Sweeney, proprietario di bowling a St. Louis e giornalista sportivo. Sweeney organizzò la prima lega delle donne nel 1907 e nel 1916 un gruppo di 40 donne giocatrici di bowling di 11 città si incontrarono a formare il W.I.B.C. Molto tempo prima Sweeney aveva sostenuto che “il bowling non prospererà mai finché le donne non ne faranno parte”. Al suo primo torneo nazionale, il W.I.B.C. vantava una competizione a 8 squadre (i 40 pionieri dell’organizzazione). Da quegli inizi il W.I.B.C. è cresciuto fino a diventare la più grande organizzazione sportiva di donne nel mondo. Il suo torneo nazionale di Las Vegas nel 1983 ha avuto più di 72.000 partecipanti. I membri dell’A.B.C. e del W.I.B.C. crebbero fino a 4.600.000 e 4.000.000 rispettivamente nei primi anni Ottanta, periodo in cui la popolazione totale organizzata del bowling toccò la cifra di circa 10 milioni.
Il bowling giovanile tesserato, che era precedentemente promosso sotto gli auspici di tre gruppi - il Congresso Americano di Bowling Giovanile, l’Associazione Bowling Giovanile e la Divisione Collegiata A.B.C./W.I.B.C. - furono riuniti in una sola organizzazione nel 1982. La nuova Federazione Giovanile (C.A.J.B.A.), fornisce un gioco organizzato per più di un milione di tesserati. Alcune ricerche mostrano che in quegli anni almeno 20 milioni di persone giocavano a bowling almeno una volta al mese, un dato impressionante della sua popolarità. Inoltre, uno studio del 1983, rivelò che più di 70 milioni di personenegli USA, ha giocato a bowling almeno una volta all’anno (un terzo dell’intera popolazione).
Fino alla fondazione dell’A.B.C., che ha portato un’uniformità di base allo sport in termini di equipaggiamento, regolamenti, regole, pratiche ecc., era impossibile comparare le condizioni. Dopo che fu stabilito un certo livello di standardizzazione, il bowling si è mosso attraverso una serie di livelli - o ere - tutti correlati alla natura e al modo in cui le piste venivano trattate. La rifinitura delle piste era sconosciuta, ma anche allora era ovvio che tutte le condizioni non erano uguali. Dopo un’usura estesa della pista si sarebbe sviluppato un canale che sarebbe servito al giocatore per guidare il suo tiro verso lo strike. Riconoscendo questa disuguaglianza, l’A.B.C. nel 1908 stabilì la regola che, per essere omologata, una pista avrebbe dovuto essere laccata o rispianata almeno ogni 12mesi. Comunque, “l’effetto uso” continuò a giocare un ruolo decisivo sulle condizioni della pista per generazioni e può propriamente essere identificato come un influsso negativo sulla maggior parte degli alti punteggi e dei totali registrati prima degli anni Sessanta.
Alcuni tipi di rivestimento delle piste furono adottati per aiutare a proteggere la superficie di legno. Il tipo che ottenne una popolarità quasi universale durante gli anni Venti e Trenta era chiamata gommalacca. La gommalacca ha origine nell’Asia Orientale come un prodotto dell’insetto della gommalacca, che lascia la sostanza lacca negli alberi per proteggere le larve. Questa lacca viene raccolta dagli alberi, schiacciata, lavata, fusa e torta in un panno. La sostanza pura e gialla veniva applicata alla pista creando una superficie relativamente soffice, dall’alta frizione.
In termini attuali potrebbe essere chiamata una finitura per la pista Shore-D, in riferimento alla palla di plastica dal guscio tenero diffusa da Colombia 300 prima che la regola della durezza di 72 punti dell’A.B.C. venisse introdotta.
Ere dei rifinimenti delle piste

1943 - Gommalacca
1944-1960 - Nitrocellulosa (lacca)
1961-1991 - Uretano
1992 - Acqua

Sebbene le palle da bowling di allora fossero di gomma dura e la presa in voga era una foratura convenzionale da 2 fori, i giocatori di bowling avevano difficoltà ad afferrarla. La tecnica popolare - e di maggior successo - era il farla girare “spinner”, adottata da Hank Marino, o farla rotolare a “full-roller”, adottata da Ned Day e molti altri di quell’era. Dall’inizio della seconda guerra mondiale, la gommalacca divenne un prodotto difficile da reperire. I proprietari, avendo bisogno di qualcosa con cui proteggere le piste, si rivolsero alla lacca. Il tipo particolare di lacca fu chiamato nitrocellulosa e regnò con popolarità dalla metà degli anni Quaranta fino agli anni Settanta. Ebbe un effetto importante sul modo di giocare: il tiro “semi-roller” entrò in voga e i giocatori lavorarono duramente per inserire nel loro gioco una palla dal rotolio più potente. La nitrocellulosa era una rifinitura molto dura, più dura della maggioranza delle lacche designate più tardi. Sebbene dura, la rifinitura era anche piuttosto porosa; ciò significa che quando l’olio veniva applicato, veniva assorbito
facilmente dalla finitura della pista. L’uso del trattamento della pista (con olio) non divenne prevalente fino al tramonto dell’era della lacca. Da allora, comunque, la sua applicazione sulla pista è cambiata, da una semplice distribuzione uniforme a quello delle infinite e varie procedure, e sono queste le pratiche caotiche che dimostrano di essere nel pieno della crisi per la condizione corrente di punteggio. Quando l’olio veniva assorbito facilmente dalla vernice, come accadeva con la nitrocellulosa, c’erano pochi problemi. La sostanza veniva eventualmente applicata per l’intera lunghezza e ampiezza della pista. La condizione teneva bene, completata dallo stoppinaggio (simile allo stoppino di una lampada a cherosene) poiché l’olio in superficie veniva lentamente ripristinato. Due squadre da 5 persone potevano giocare senza registrare molti cambiamenti nel modo in cui reagivano le piste. Questa era è parallela al periodo dello sviluppo della macchina automatica per raccogliere i birilli, introdotta dapprima dall’A.M.F. nei tardi anni Quaranta e poco tempo dopo dalla Brunswick. Nel 1951 la nuova macchina fu adottata dall’A.B.C. eliminando così ciò che era sempre stato considerato un inconveniente per lo sport, il bisogno di “pin boys”, i raccattabirilli.
Nei successivi 15 anni, i membri dell’A.B.C. sono quasi quadruplicati: è comunemente considerato il periodo del massimo sviluppo del bowling, un periodo che si vorrebbe rivivere. La lacca base-nitro iniziò a essere meno impiegata nei primi anni Sessanta, e fu sostituita da rifiniture più soffici e meno porose, conducendo agli uretani di oggi, molto difficilmente assorbenti. Alcune delle ragioni di questo erano: una domanda continua per un rivestimento non infiammabile della pista; il desiderio per un rifinimento forte ed elastico per ovviare ai costosi rifacimenti della superficie e di rivestimento; e la guerra del Vietnam, che diede priorità militare ai prodotti a base di nitro. I problemi iniziarono quando i rivestimenti meno porosi furono impiegati sulle piste. Fu un processo graduale. L’olio, che precedentemente penetrava nel rivestimento e che veniva normalmente steso per il gioco, adesso scivolava sui nuovi e impenetrabili uretani, dove poteva venire raccolto e mosso dal rotolare della palla. Da quando la palla inizia il suo percorso dalla linea di fallo e viaggia verso i birilli, l’olio seguiva un simile percorso. Ma poiché la maggior parte dei tiri sono verso il centro della pista (più precisamente la traiettoria dei “destri”), quella era la direzione in cui l’olio era spinto in modo significativo. Dopo un periodo di tempo dipendente dal livello e dalla disposizione dell’olio che si muove, la pista avrebbe dovuto sviluppare caratteristiche aggancianti. La palla agganciava prima, su un’area a forte attrito, a causa del gioco pesante. Viceversa non agganciava molto fuori dal percorso abituale, dove avrebbe potuto essere più vantaggioso giocare. Inoltre, l’olio
scivolava fino ai birilli facendo agganciare meno la palla. A volte, comunque, l’olio poteva muoversi in fondo fino alla buca, sporcando la palla e facendola rotolare in modo non appropriato. Comprensibilmente ciò non andava bene né ai giocatori né ai proprietari. La soluzione: utilizzare la “migrazione” dell’olio, cioè non mettere olio sulla parte verso i birilli poiché avrebbe scivolato giù in ogni modo. Questa è oggi la pratica in uso. Nessuno olierebbe la pista in tutta la sua lunghezza con i prodotti correnti a disposizione. Per ovviare l’interruzione dell’itinerario della palla - o la tendenza nel mezzo della pista di agganciare più che all’esterno - fu tentata la pratica di aumentare o accumulare l’olio applicato nel mezzo. Sebbene dapprima illegale, questa strategia di miscela divenne popolare e quindi una procedura A.B.C. Sulla carta tutto questo suona abbastanza logico e non ci si aspetterebbe che avrebbe prodotto un grande impatto sulla natura del gioco. In realtà il condizionamento della pista era passato da un approccio semplice e progressivo, a uno stato di estrema confusione. Una volta che i proprietari stabilirono che non era più una buona idea ricoprire una pista per la sua intera lunghezza e ampiezza, si aprì il vaso di Pandora. Quale divenne poi il metodo migliore? E dove? Ci sono molte risposte a queste domande, tante quante le piste. Inoltre, poiché una ragionevole quantità in più di olio nel centro della
pista è solitamente permessa, a questo punto, se questo incremento di olio diventa eccessivo, diventa una condizione bloccata. Come detto, non c’erano metodi scientifici per determinare e misurare quanto l’olio incontri o ecceda i criteri dell’A.B.C. Perciò determinare una condizione regolare è una decisione altamente giudizievole. Non si può avere una piena comprensione della storia del bowling del XX secolo senza un “background” delle condizioni delle piste e dei punteggi. E’ significativo capire perché il bowling è spesso detto uno sport ambientale nonostante sia giocato al chiuso con un set apparentemente completo di costanti (lunghezza della pista, palla da bowling e misura del birillo ecc.). Il modo in cui una palla interagisce con una pista identifica il tipo di ambiente, nel senso più ampio del termine, che è il fattore più importante nel determinare la qualità e il tipo di sfida. Nel 1990 l’Associazione Proprietari stabilì, d’accordo con l’A.B.C., che il condizionamento della pista deve prevedere olio da canale a canale e dalla linea di fallo alla distanza che il responsabile di centro stabilisce. Questo sistema si chiama S.O.B.: “System of Bowling”.